di Mariagiovanna Netti – Dottore Agronomo e Vito Antonio Romito – Dottore Agronomo
La coltura del ciliegio in Italia interessa una superficie di circa 28.000 ettari con una produzione di 143.000 t nel 2013, concentrata in poche regioni (Puglia 46%, Campania 20%, Veneto 15 ed Emilia Romagna 8%) e circoscritta in limitati territori ad elevata vocazione (Istat, 2013). Le produzioni areiche medie in Italia si attestano su circa 3-5 t ha-1 molto variabili nel tempo nei diversi areali di coltivazione a causa della notevole influenza della componente climatica sull’esito delle produzioni. In particolare in Puglia la produzione è concentrata nel Sud-Est barese, nei comuni di Turi e Conversano e dintorni, e nell’areale di Bisceglie e comuni limitrofi nel nord barese. Questa concentrazione territoriale ha permesso la specializzazione degli agricoltori, in grado di produrre ciliegie di elevata qualità, caratteristica che da sempre contraddistingue la cerasicoltura del barese. Appare quindi evidente che il ciliegio è una coltura che riveste un notevole interesse economico, infatti nel 2007 sono state censite circa 28.000 aziende in Italia di cui circa 8500 nella sola Puglia con una dimensione media aziendale di circa 2,15 ha, doppia di quella nazionale. La cerasicoltura pugliese sta vivendo una continua evoluzione, con un forte sviluppo di nuovi impianti più competitivi ed innovativi, mediante l’aumento della densità di impianto, l’ammodernamento dell’assortimento varietale (sebbene la varietà di punta è ancora rappresentata dalla Ferrovia), l’impiego di nuovi portainnesti, l’adeguamento delle tecniche colturali alle singole varietà, con particolare attenzione all’adozione di sistemi di coltivazione sostenibili. Sebbene i potenziali parassiti e patogeni del ciliegio siano numericamente elevati, quelli che per frequenza, diffusione e danni provocati potrebbero richiedere interventi fitoiatrici sono esigui. Pertanto, la coltura ben si presta alla gestione con tecniche di agricoltura biologica ed integrata, ben apprezzate dal consumatore finale. Il mercato attualmente richiede una ciliegia caratterizzata da una qualità globale: estetica, gusto, serbevolezza, consistenza e sanitaria. Tali caratteristiche sono garantite da una gestione ottimale di tutti i fattori della produzione. In particolare, la raccolta rappresenta un momento fondamentale della filiera produttiva sia per la qualità finale della ciliegia sia per gli importanti risvolti sociali, considerando l’entità elevata di manodopera impiegata in un periodo ristretto di tempo.