di Lorenzo Gretter – Dottore Agronomo
Il 2013 verrà ricordato dalla frutticoltura trentina come l’anno della ticchiolatura. Questa malattia fungina ha provocato danni ingenti al comparto frutticolo della provincia di Trento. Il melo, infatti, occupa circa 12 mila ettari di SAU con una produzione di circa 500 mila tonnellate di frutti e un fatturato complessivo di circa 400 milioni di euro. Complessivamente le aziende frutticole sono circa 10.000. Molte aziende hanno una superficie inferiore all’ettaro e l’attività frutticola è l’attività secondaria. L’indotto della produzione delle mele non si limita alla produzione ma anche alla conservazione, confezionamento e vendita. Il 90% circa della produzione di mele fa riferimento alle cooperative frutticole. Il post raccolta offre occupazione ad altre centinaia di persone. Risulta quindi evidente quanto il comparto melicolo sia importante nel tessuto socio economico della provincia di Trento. Le fasi colturali del melo possono essere ridotte in estrema sintesi alla potatura invernale, difesa fitosanitaria, dirado e raccolta. La fase più delicata è sicuramente quella della difesa. In particolare il nemico principale è costituito dalla ticchiolatura, provocata da Venturia inaequalis, che colpisce le foglie e soprattutto i frutti del melo. La parte iniziale del ciclo vegetativo, che va dal germogliamento fino a quando il frutto raggiunge la grandezza di una noce, è la più delicata per la difesa perché si sviluppano le infezioni primarie. Le condizioni metereologiche che si sono verificate durante la primavera del 2013,e in particolare nei mesi di marzo, aprile e maggio, hanno determinato una diffusione della ticchiolatura in tutto il territorio provinciale. A fine marzo inizio aprile, durante la ripresa vegetativa e inizio fioritura le precipitazioni sono continuate con frequenza e intensità molto al di sopra della media. Il clima piovoso è proseguito in tutto aprile e maggio. Nei mesi di marzo e aprile i millimetri di pioggia che sono caduti sono stati superiori a 100 e addirittura in maggio si sono superati i 250 mm di pioggia. Queste condizioni climatiche hanno favorito le infezioni e la produzione di spore; le misurazioni fatte con i captaspore evidenziavano un numero di spore nettamente superiore alla media stagionale, in alcuni casi fino a cento volte. I frutticoltori sono stati, quindi, costretti a applicare i fitofarmaci in condizioni estreme con foglie che sono rimaste bagnate anche per sette giorni consecutivamente. In queste condizione i prodotti di copertura, fitofarmaci che vengono applicati per prevenire lo sviluppo del patogeno, avevano un veloce dilavamento, mentre i prodotti curativi, che riescono a eradicare il patogeno già penetrato nei tessuti di foglie e frutti, non potevano essere applicati perché hanno bisogno di piante asciutte e alcune ore prive di precipitazioni per poter essere assorbiti. La concomitanza di questi fenomeni, precipitazioni frequenti e intense, inoculo elevato e difficoltà di applicazione dei trattamenti hanno provocato gravi perdite di mele colpite dalla ticchiolatura. In alcuni campi le mele sono state colpite al 100% dalla patologia, anche per l’impossibilità di eseguire i trattamenti in condizione di sicurezza.
Mediamente circa il 20 – 25 % della produzione è stata mandata all’industria per questo problema. Dagli inizi degli anni ’90 la produzione di mele in Trentino viene fatta seguendo il protocollo di produzione Integrata. Questo protocollo è definito con la collaborazione dei funzionari della Provincia, i produttori e i tecnici del servizio di consulenza della Fondazione Emund Mach di San Michele. L’esperienza maturata in decenni di attività ha permesso di ridurre al minimo i rischi per il produttore per proteggere il proprio frutteto e per il consumatore garantire la massima salubrità. Nella produzione integrata vengono scelti solo i principi attivi a minor impatto ambientale e meno pericolosi per la salute degli utilizzatori e dei consumatori. Gli interventi e le dosi vengono ridotti al minimo necessario. Inoltre è stato istituito un sistema di controllo e monitoraggio sia in fase di produzione sia alla raccolta che permette di poter verificare la salubrità delle mele messe sul mercato.