di Daniele Rossi DG Federalimentare
L’Industria alimentare italiana – che Federalimentare rappresenta in Confindustria, attraverso le sue 19 Associazioni di categoria aderenti ed aggregate – è uno dei pilastri dell’economia nazionale con 130
miliardi di € di fatturato, dei quali ben 25 miliardi di export, con un saldo attivo della bilancia commerciale di 5 miliardi di €. L’Industria alimentare si conferma quindi, con i suoi oltre 408.000 dipendenti, il secondo settore manifatturiero del Paese dopo la meccanica ed è al terzo posto in Europa, a ridosso dell’Industria alimentare tedesca e francese. Si tratta di un contesto imprenditoriale estremamente diffuso nel nostro Paese, con una prevalenza significativa di PMI: su 6.250 imprese, una trentina sono di grandi dimensioni, circa 220 sono di medie dimensioni e le restanti 6.000 sono di piccole, se non piccolissime dimensioni (da 10 addetti in su). Insieme ad Agricoltura, Indotto e Distribuzione, l’Industria alimentare è al centro della prima filiera economica del Paese. Inoltre acquista e trasforma il 72% delle materie prime agricole ed è universalmente riconosciuta come ambasciatrice del Made in Italy nel mondo, dal momento che quasi l’80% dell’export agroalimentare italiano è rappresentato da prodotti industriali di marca, minacciati però dalla contraffazione stimata a
6 miliardi di € e dall’Italian sounding all’estero, stimato in circa 54 miliardi di, fenomeni da capire e contrastare con vigore. In questo momento di difficile congiuntura economica, l’Industria alimentare continua ad investire il 2% del fatturato in analisi e controllo di qualità e sicurezza, l’1,6% in ricerca
e sviluppo formale ed informale di prodotti e processi innovativi, oltre il 4% in nuovi impianti, automazione, ICT e logistica, per un totale di quasi 10 miliardi di annui. Fra i temi dell’innovazione nel
settore alimentare, una parte importante viene orientata dalle principali tendenze di consumo: la naturalità e la freschezza dei prodotti, la texture ed i contenuti organolettici, la ricettazione e le tante sue riformulazioni, il porzionamento e la presentazione con il servizio integrato, le valenze nutrizionali e salutistiche, la funzionalità, l’occasione ed il luogo di consumo. Circa un quarto (27%) del fatturato dell’Industria alimentare è costituito dai prodotti per i quali l’innovazione anche incrementale costituisce un fattore essenziale, che incorpora il maggiore valore aggiunto: si tratta della gamma del cosiddetto tradizionale evoluto (sughi pronti, oli aromatizzati, condimenti freschi, surgelati, ecc.), e dei veri e propri nuovi prodotti, ossia alimenti ad alto contenuto salutistico e di servizio. Se consideriamo le tendenze in atto nei modelli di consumo alimentare, questa componente di prodotti più “evoluta” è destinata ad aumentare il proprio peso rispetto al cosiddetto alimentare classico (pasta, prosciutti, conserve, formaggi, vini, oli), che attualmente costituisce circa due terzi del fatturato totale del settore (64%), mentre il rimanente 8% è rappresentato dai prodotti a denominazione di origine e, in misura molto minore, dai prodotti biologici (1%). Il mercato europeo e nazionale dei prodotti alimentari sarà influenzato sempre di più dalle trasformazioni della società (invecchiamento, ricomposizione sociale, individualizzazione), dai cambiamenti delle abitudini alimentari e dei ritmi di vita. Proprio per questo l’Industria alimentare italiana è costantemente impegnata ad andare incontro ai consumatori fornendo prodotti adatti alle più diverse necessità nutrizionali, come anche alle differenti occasioni di consumo, e che permettano al consumatore di compiere scelte consapevoli e sostenibili e di seguire una dieta adatta al proprio stile di vita e all’attività fisica svolta. Gli stessi consumatori sono sempre più in grado di riconoscere il valore intrinseco di ciò che comprano, dalla scelta delle materie prime, agli aspetti tecnologici, all’attenzione rivolta al corretto utilizzo ambientale delle risorse naturali, al servizio, alla logistica e al packaging, nell’ottica di
un concetto di qualità globale. In tale quadro le attività di Federalimentare sono orientate, da un lato a promuovere l’aggancio del nostro Sistema Paese alla nuova Europa, dall’altro a tutelare gli interessi delle imprese italiane su molteplici fronti, con particolare riguardo all’attuazione dei Programmi Quadro UE in materia di ricerca e innovazione. In particolare, abbiamo costituito lo SPES GEIE, un Gruppo Europeo di Interesse Economico di 13 Federazioni dell’Industria alimentare europea (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Rep. Ceca, Slovenia, Spagna, Svizzera, Turchia, Ungheria), volto alla promozione a livello europeo di studi e ricerche sulla sicurezza e la qualità degli alimenti, nonché dell’utilizzazione, trasferimento e divulgazione dei relativi risultati. Tra i progetti coordinati in passato dalla Federazione ricordiamo “TRUEFOOD”, il Progetto Integrato del valore complessivo di oltre 20 milioni di € focalizzato sull’innovazione dei prodotti alimentari tradizionali (//www.truefood.eu). Attualmente siamo impegnati in numerosi progetti, tra cui “NU-AGE” che studia i cambiamenti futuri nella popolazione europea over 65 che permettono di “aggiungere vita agli anni e non anni alla vita“ (//www.nu-age.eu) e “FOODMANUFUTURE” Al fine di orientare l’attività delle Autorità europee in materia di R&S nel settore agroalimentare alle esigenze dell’Industria alimentare, Federalimentare e FoodDrinkEurope (Confederazione delle Industrie Agro-Alimentari dell’UE) hanno promosso la Piattaforma Tecnologica Europea “Food for Life” (//etp.fooddrinkeurope.eu/asp/index.asp) volta a definire gli scenari della filiera agroalimentare da oggi al 2020 con proiezioni al 2030. Sotto il suo cappello si è sviluppata una rete molto attiva di 36 Piattaforme Tecnologiche Nazionali coordinate dall’Italia (Albania, Austria, Belgio Fiandre e Vallonia, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Finlandia, Francia, Italia, Lettonia, Libano, Lituania, Montenegro, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria). La nuova Strategic Research & Innovation Agenda, elaborata in vista del nuovo Programma Quadro 2014 -2020 “Horizon 2020”, è stata ufficialmente presentata a Bruxelles il 20 settembre 2012. Stiamo seguendo attivamente anche gli sviluppi del futuro Programma Quadro “Horizon 2020”, ed in particolare dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), fondato a Budapest nel 2008 su iniziativa della Commissione europea, e delle correlate Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione (KIC). L’EIT è un organo autonomo dell’UE che stimola l’innovazione ad alto livello, la crescita sostenibile e la competitività, mentre le KIC sono partenariati indipendenti tra Università, Organizzazioni di Ricerca, Imprese ed altri attori interessati ai processi di innovazione, organizzati con una pianificazione a medio e lungo termine (7-15 anni), attraverso reti strategiche, nell’ambito degli obiettivi definiti dall’EIT. Ad oggi sono state create tre KIC (InnoEnergy, Climate e ICT Labs). Tra le priorità dalla Commissione per il 2014–2020 vi è la costituzione di sei nuove KIC: nel 2014 “Innovazione per una vita sana e per l’invecchiamento attivo”, “Materie prime”, “Alimenti per il futuro – Food4Future”, mentre nel 2018 “Mobilità urbana”, “Industria manifatturiera ad alto valore aggiunto” e
“Società sicure intelligenti”. In attesa dell’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio della proposta di decisione della Commissione relativa all’emanazione di un bando KIC nel settore agroalimentare da parte dell’EIT, è stato costituito il partenariato europeo “Foodbest” (//www.foodbest.eu) che sta lavorando per creare una struttura tematica, gestionale e organizzativa in grado di rispondere al bando, rappresentando le esigenze del settore alimentare europeo. La proposta si incentra su tre global food challenge prioritari (salute, sostenibilità e food security) e coinvolge 6 Regioni: Belgio e Olanda, Danimarca e Svezia, Francia, Italia, Regno Unito e Irlanda, Germania, Austria e Svizzera. Federalimentare e numerose imprese alimentari hanno aderito al partenariato italiano coordinato dall’Università di Bologna. volto a rafforzare la competitività e l’innovazione delle imprese alimentari europee, gettando le basi per la “fabbrica alimentare del futuro”. (//foodmanufuture.eu). insieme all’ENEA, all’INRAN, all’Università di Bologna e ad oltre trecento tra gli attori più rappresentativi del settore agroalimentare nazionale, della Piattaforma Tecnologica “Italian Food for Life”, volta a convincere le Istituzioni competenti ad adottare programmi di ricerca focalizzati sugli obiettivi strategici delle nostre imprese. Il Progetto di Innovazione Industriale “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” finanziato nell’ambito del Programma “Industria 2015” del MISE ha rappresentato un buon risultato in tale direzione: “Italian Food for Life” ha infatti ampiamente contribuito alla definizione dei temi di ricerca agroalimentare. L’Agenda Strategica di Ricerca e Innovazione della Piattaforma al 2030 è stata presentata a Roma, in Confindustria, il 14 giugno 2011, ed è richiamata nel PNR 2011-2013. Un’altra rilevante attività connessa alla Piattaforma “Italian Food for Life” è il CL.USTER A.GRIFOOD N.AZIONALE “CL.A.N.”, presentato in risposta all’Avviso MIUR n. 257/Ric del 30 maggio 2012. Promosso e coordinato da Federalimentare, assieme ad Aster, Consorzio tra Regione Emilia Romagna, Università, Enti di ricerca, e Associazioni Imprenditoriali, “CL.A.N.” intende incrementare la competitività del sistema economico nazionale afferente alla filiera agroalimentare dalla produzione agricola, alla trasformazione, ai settori industriali correlati (confezionamento, logistica, etc.) fino alla distribuzione e al consumo, attraverso lo stimolo dell’innovazione, l’accesso e la valorizzazione dei risultati delle attività di ricerca scientifica e tecnologica, la collaborazione tra Enti di ricerca, Imprese, Istituzioni ed Amministrazione pubblica. Con D.D. n. 18 del 14 dicembre 2012 il Cluster “CL.A.N.” è stato approvato
dal MIUR e sono stati ammessi al finanziamento tre progetti strategici: . PROS.IT – Nutrizione e salute, PROmozione della Salute del consumatore: valorizzazione nutrizionale dei prodotti agroalimentari della
tradizione italiana; SAFE&SMART – Food safety, Nuove tecnologie abilitanti per la food safety e l’integrità delle filiere agro-alimentari in uno scenario globale; SO.FI.A – Sostenibilità della filiera agroalimentare italiana come punto di partenza fondamentale per guardare al futuro. Il Cluster “CL.A.N.” può contare su un ottimo livello di rappresentatività basato sull’adesione formale di 11 Regioni (con soci comunque provenienti da altre 8 Regioni), più di 80 imprese, più di 40 tra Università, Enti ed organismi di Ricerca, 4 Parchi Scientifici e Tecnologici, più di 10 Associazioni di categoria e 15 tra Consorzi e Società consortili specializzati. Si tratta della coerente evoluzione di un importante percorso condiviso tra i principali attori dell’agroalimentare nazionale iniziato sin dai primi anni del 2000 in risposta agli stimoli della Commissione europea, arricchita dalle esperienze acquisite dai partner in importanti iniziative multi-stakeholder come la Piattaforma “Italian Food for Life”.