di Nicola Vallinoto – Dottore Agronomo
La fragola nel territorio del Metapontino della Basilicata si coltiva da quasi 50 anni, ma è in questi ultimi anni che si sta affermando sui mercati nazionali ed europei grazie all’introduzione di nuove varietà che nella zona di produzione del Metapontino esaltano le loro caratteristiche genetiche grazie anche ad un habitat favorevole e tecniche di coltivazione innovative. La varietà che ha permesso la “rinascita” di questa coltura nel metapontino in questo ultimo decennio è senza dubbio la Candonga grazie alle sue caratteristiche peculiari e alle condizioni climatiche favorevoli del nostro territorio. Nelle ultime annate di produzioni le superfici coltivate a fragola sono costanti intorno ai 600 ha. Le superfici dell’annata 2013/2014 sono di circa 650 ha totali di cui circa il 96% con piante di tipologia “fresche” e solo il 4% di piante tipo “frigo conservate”. (dati Alsia az. sperimentale di Pantanello – Metaponto -MT). Le varietà maggiormente coltivate sono la Candonga (72%) Nabila (13%) Sabrina (11%) altre (4%). (dati Alsia az. sperimentale di Pantanello – Metaponto -MT ). Le superfici aziendali in media sono di 3-5 ha con poche aziende che superano i 10 ha e rari casi con aziende tra i 20 e 35 ha. La coltivazione della fragola prevede un investimento economico di circa 70-75.000 euro per unità di superficie (ha) considerando un impianto “ex novo” comprendendo i costi di raccolta e tutte le relative fasi di coltivazione, con una produzione ad ha media di circa 40 t/ha, con una incidenza di manodopera totale di circa 500 gg/ha. Considerando i dati suddetti la fragola per la zona del Metapontino e della Basilicata rappresenta un “volano” molto importante dal punto di vista sociale ed economico.
Controlli e tutela
Negli ultimi 7-8 anni la quasi totalità della superficie coltivata a fragola prevede utilizzo di “piante fresche” del tipo a “radice nuda” o “cima radicata” con la prima tipologia molto più utilizzata rispetto alla seconda. Questa nuova tecnica ha permesso di razionalizzare in modo sostanziale le fasi di coltivazioni, di allungare il calendario di raccolta con periodo da dicembre a giugno, ed infine di ottenere produzioni più costanti e regolari durante il periodo di coltivazione. Molte operazioni colturali durante il ciclo produttivo che venivano effettuate con l’utilizzo delle “piante frigo conservate” sono state quasi o del tutto eliminate come ad esempio la sfogliatura o la eliminazione degli stoloni. Le fragole in Basilicata sono ottenute applicando le tecniche di coltivazione previste nei Disciplinari di Produzione Integrata della Regione i quali ogni anno vengono aggiornati rispetto alla normativa vigente. In questi ultimi anni molte aziende, che operano all’interno di filiere produttive, come le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli (O.P.) o Cooperative, producono e commercializzano fragole applicando sempre più in modo frequente gli standard di certificazione di prodotto o di sistema come gli standard Global GAP, BRC, IFS e ISO 9001. Queste tipologie di certificazioni sono sempre più richieste dai mercati di riferimento sia nazionali sia esteri. L’applicazione di questi standard di certificazione prevede che vi siano attenti controlli prima della immissione del prodotto sui mercati con particolare riferimento a controlli riguardanti la presenza di “residui” di fitofarmaci e a seconda dei clienti finali le percentuali di residui sono al disotto del 50 o 70 % della quantità di residui ammessi dalla normativa europea. Un altro aspetto molto importante è la garanzia di tracciabilità delle produzioni dal campo fino alla fase di lavorazione attraverso un sistema di identificazione che parte dall’appezzamento e che viene applicato fino alla confezione finale del prodotto. Il consumatore finale è garantito attraverso i controlli effettuati da tecnici di campo e responsabili di qualità durante la filiera dalla produzione, lavorazione, stoccaggio e vendita del prodotto sia in campo sia durante il processo di lavorazione, confezionamento e stoccaggio del prodotto.
Il mercato
La commercializzazione delle fragole lucane avviene sia sui mercati nazionali e sia sui mercati europei. In Europa il mercato principale di riferimento è quello tedesco che in media assorbe circa il 30% della produzione. Nel mercato interno le produzioni di fragole sono destinate in maggior parte sui mercati tradizionali mentre in percentuale minore nella grande distribuzione organizzata. I clienti nazionali e esteri effettuano controlli, nelle aziende e nei magazzini di lavorazione e confezionamento del prodotto (controlli di “seconda parte”), con le loro strutture affinché vengano rispettati i capitolati di produzioni e commercializzazione che i produttori insieme ai clienti sottoscrivono prima di ogni campagna di produzione di fragole. Le esigenze dei clienti di riferimento sono sempre più importanti con una sempre più elevata attenzione verso la “qualità totale” che va dalla sicurezza alimentare alla garanzia di prodotto con caratteristiche organolettiche eccellenti.