agronomi e forestali

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2013 dottori agronomi e dottori forestali sede conaf via po 22
Nei territori della montagna alpina ed appenninica, si sono sviluppate
negli ultimi anni, attività che potremmo definire secondarie ma che in alcune realtà
assumono risvolti sempre più importanti dal punto di vista economico.
Si tratta di attività legate al turismo ed al tempo libero, che interessano in maniera
specifica le superfici “forestali”, interagendo con la foresta e determinandone
richieste d’uso non tradizionali, tali da rendere necessario un approccio normativo
e regolamentare tutto da definire. Fino ad oggi le attività turistiche avevano interessato
i territori “aperti” attraverso insediamenti o strutture dedicate, che hanno
determinato un consumo di territorio, con “usi del suolo” alternativi e legati alle
attività tradizionali attraverso fenomeni di coesistenza e/o di sostituzione. Villaggi
turistici, alberghi, seconde case, infrastrutture sciistiche e sportive in senso
generale. Alla monocultura turistica – per l’estate: aria fresca, pura, passeggiate,
prodotti secondari del bosco (funghi, piccoli frutti); per l’inverno: sci (soprattutto
alpino) – si va sostituendo una serie di attività che determinano un uso più intenso
del tempo libero stesso. Questo è comprensibile anche in relazione alla mutata
(ridotta) durata dei periodi di vacanza, al diverso livello di vita del cittadino medio
e, non ultimo, alla crisi economica dell’ultimo periodo. Il turista trascorre un periodo
più limitato nei luoghi di vacanza, ma richiede un uso più intenso.
Quali sono queste nuove attività ed in che modo interessano la professione
di dottore agronomo e dottori forestale? Si tratta di attività sempre nuove,
legate molte volte all’inventiva dei singoli operatori, per cui è difficile farne un
elenco coordinato. Fra le attività “ludico-sportive” che vengono esercitate nelle
aree turistiche sono presenti: arrampicata su roccia e ghiaccio; biciclette anche
discesa (downhill); cani da slitta; escursionismo; freeride; giochi all’aperto (giochi
di guerra); orientering; parchi avventura; racchette da neve; sci; sci alpinismo;
sentieristica; slitte; speleologia; torrentismo. Alcune di queste attività necessitano
di una regolamentazione e di una delimitazione territoriale che presuppongono
un assetto programmatorio, non ancora codificato nei vari livelli di pianificazione
territoriale. Dal punto di vista del diritto, inoltre, il più delle volte le proprietà
dei terreni appartengono a soggetti non interessati dalle attività, vuoi perchè
pubblici, vuoi perchè non presenti (terreni estremamente parcellizzati, con molti
comproprietari, molti all’estero) e con limitazioni d’uso (usi civici, regole, comunanze).
È naturale che la professionedel dottore agronomo e del dottore forestale
sia interessata trattandosi di attività che si svolgono sul territorio e determinino
l’uso delle risorse naturali; oltretutto sono determinanti aspetti urbanistici, paesaggistici,
ambientali ed estimativi.

Il Dipartimento Foreste ed Ambiente del CONAF
sta portando avanti un’indagine conoscitiva nelle
diverse realtà regionali italiane, con l’obiettivo di giungere
ad un documento di indirizzo, che fornirà la base per la
formulazione degli standard prestazionali sul tema. Alla
luce di questa attività ed in attesa di una codifica, che le
Amministrazioni interessate (Regioni e Provincie Autonome)
stanno predisponendo, proponiamo uno schema
di approccio metodologico, peraltro testato in alcune situazioni
concrete.
La tendenza dei promotori delle iniziative e dei
costruttori-installatori è quella della banalizzazione delle
problematiche (urbanistiche, ambientali e civilistiche):
ci troviamo così, il più delle volte, a dover intervenire su
situazioni difficili, con aspetti pregiudiziali e con rapporti
fra le parti interessate, ormai compromessi.
In effetti gli interventi necessari per queste
attività sono alquanto limitati, almeno ai sensi del DM
380/2001 e smi, e con ridottissime trasformazioni dello
stato dei luoghi. Abbiamo, tuttavia, un complesso rapporto
con il sistema territoriale: accesso ai luoghi (parcheggi?),
esclusività d’uso, necessità di cartellonistica
illustrativa ed informativa. Un esempio su tutti: posto che
si possa percorrere un sentiero con la bicicletta, è possibile
indicare un senso di percorrenza? Nel caso del downhill
(discesa con le biciclette) questo diventa estremamente
pregiudizievole, in quanto come posso impedire ad un
escursionista generico di percorrere lo stesso sentiero?
È ovvio, quindi, che dovremmo trovare degli accorgimenti
e dei percorsi metodologici che, in attesa di normative
valide a livello nazionale o regionale, permettano di predisporre
in modo opportuno tali percorsi.
Un corretto percorso metodologico dovrebbe considerare
questi aspetti ed avere i seguenti contenuti: definizione
dell’aspetto urbanistico (NTA, compatibilità); definizione
dell’aspetto paesaggistico; definizione dell’aspetto ambientale
(rete natura 2000, modalità di gestione forestale);
disponibilità dei terreni (usi civici, servitù); valutazione
economica (indennità, canoni); convenzioni (soggetti
interessati, durata, modalità); specifiche tecniche degli
elementi costruttivi; regolamento d’uso (comportamenti,
limiti); responsabilità civile (soggetti interessati, accompagnatori,
assicurazioni).
Gli strumenti tecnici da impiegare ed il grado
di definizione degli aspetti progettuali saranno rapportati
al sistema territoriale ed all’importanza economica degli
interventi e delle attività. A volte potrebbe essere opportuno
proporre delle varianti urbanistiche (con procedure
semplificate, dove possibile), altre volte è sufficiente
un’adeguata convenzione. Riteniamo quindi che sia importante
che tutti gli aspetti sopraindicati vengano presi
in considerazione, anche se in modo non rigido ma adeguato
alle specifiche realtà e situazioni.foresta_6

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